Cosa fare in caso di contagio

La scuola è un paradiso per i pidocchi: i contatti tra i bambini o anche solo tra i loro indumenti consentono la proliferazione delle infestazioni. Massima attenzione anche a palestre, piscine e relativi spogliatoi.

La comparsa dei pidocchi a scuola rappresenta sempre un momento difficile da gestire, soprattutto per gli insegnanti. Il loro ruolo è molto importante per evitare la diffusione dell'infestazione al resto della classe. Una brava maestra dovrebbe agire in questo modo: controllare i capelli dei bambini durante le quotidiane operazioni di pulizia e - in caso di pediculosi a scuola - avvisare immediatamente i genitori interessati. Sarà poi premura dei genitori far visitare il bambino da un medico e iniziare il trattamento specifico.

Non è necessario che il bambino sia tenuto a casa fino alla fine del trattamento (che va ripetuto a distanza di 7-8 giorni): dopo la prima applicazione, dietro presentazione del certificato medico, il piccolo può infatti tornare subito in classe, evitando così che al prurito si aggiunga la perdita delle lezioni o, peggio ancora, la vergogna per un problema tanto diffuso quanto "democratico".

Un altro compito della maestra è anche quello di informare tempestivamente - tramite la direzione scolastica - le famiglie degli altri alunni, evitando per quanto possibile un clima di psicosi generale. A volte, infatti, questa infezione genera reazioni di puro panico da parte di alcuni genitori, che continuano a considerare il problema una conseguenza di situazioni di degrado e scarsa igiene. Per fortuna non è così per tutti: sono tanti i genitori che ormai rispondono in modo più rilassato al contagio e si scambiano informazioni ed eventuali consigli su come comportarsi.

L'attenzione delle maestre nei confronti dell'insorgere e del diffondersi della pediculosi deve essere sempre costante, in quanto il problema può manifestarsi in ogni momento. È necessario "educare" i bambini a compiere i piccoli gesti quotidiani all'interno della comunità, affinché imparino come comportarsi quando sono a contatto con gli altri e condividono gli stessi spazi e gli stessi oggetti.

In particolare, è buona cosa insegnare ai bambini a non ammucchiare capi di abbigliamento sugli attaccapanni fuori dall'aula o sulle panche degli spogliatoi della palestra. L'ideale, anzi, sarebbe che in ambito scolastico ciascun bambino avesse un suo armadietto personale dove riportare giubbotti, sciarpe e berretti: tutti ambitissimi "mezzi di trasporto" per i pidocchi alla ricerca di nuove teste da colonizzare.

Sempre negli ambienti promiscui, quindi a scuola ma anche in piscine e palestre, è poi importante educare i bambini a non scambiarsi oggetti personali quali pettini, nastri, fermagli, cuffie o cappellini. Colpevolizzare o isolare i bambini colpiti dai parassiti è, invece, il modo peggiore per affrontare l'epidemia, traumatizzando le piccole vittime senza però risolvere il problema.
 

Lo sai che?

I pidocchi del capo non possono trasmettere alcun virus o batterio: le infezioni tuttavia possono essere causate dal continuo grattarsi (specie se si hanno le unghie sporche).

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